Si parla sempre più spesso di crisi.
Di crisi economica per spaventarci.
Io non ho paura.
Anzi ritengo che alcuni personaggi dall’alto muovono i fili.
Parrucconi incravattati che si fingono belli.
Approfittano dell’ignoranza e della superficialità delle persone.
Gli italiani poi sono particolari, troppo buoni.
Si fanno definire mammoni dai nostri politici.
Questo mi fa veramente incazzare.
Ora mi chiedo, che cosa facciamo veramente per scacciare la crisi?
Ognuno di noi potrebbe dare un piccolo contributo, aiutare un amico in difficoltà ad esempio.
Personalmente ho cercato di sensibilizzare i miei lettori quando ho scritto il mio secondo romanzo “The Angel” dedicando a questo spinoso argomento un capitolo che vorrei farvi leggere e che vi dedico con tutto il cuore.
Amici, non abbiate paura, mai.
Buona lettura.
CAPITOLO TRATTO DA “THE ANGEL” DISPONIBILE SOLO SU AMAZON:
DO YOU REMEMBER 8
Oggi ho un appuntamento importante.
Voglio proprio provare a divertirmi.
Lui è un pezzo grosso.
Ecchissenefrega.
È direttore generale di una banca famosa italiana nata dalla fusione di tante banche negli anni passati.
In ufficio il mio passatempo preferito è ridicolizzare questi cravattoni bianchi.
A dire la verità nel mio settore non conto nulla o quasi.
Sono responsabile amministrativo di una azienda che lavora in tutta Italia.
Loro sono più potenti di me.
Ma, a dirla tutta, io sono un uomo libero e loro no.
Hanno combinato disastri.
Scandali.
Portato soldi all’estero con sistemi non sempre leciti.
Costringono le aziende a fare salti mortali.
Oggi ho deciso di divertirmi.
Arrivo in ritardo, tanto per far innervosire un po’ il mio interlocutore.
Mi accoglie la sua segretaria, fisico da urlo, mora e occhi verdi. Ha un sorriso che definire finto è riduttivo.
«Prego, Signor Carlo, si accomodi un momento, il Dottor Baraldi arriverà tra poco».
«Grazie mille» rispondo sfoderando il sorriso più deficiente che si sia mai visto negli ultimi cinquant’anni.
Finalmente arriva.
Elegantissimo e profumatissimo, cravatta firmata e camicia bianca con gemelli d’oro.
«Signor Belpoggio, a che debbo l’onore?».
«Guardi, Dottor Baraldi, questa non è una visita di cortesia» ribatto subito acido.
«Ma come si permette?».
“Ecco, già si è stranito” penso tra me godendo per la soddisfazione.
«Scusi, ma chi è che ci ha tolto gli affidamenti e le linee di credito?» insisto, tanto per provocarlo ancora un po’.
«Ma cosa dice? È impazzito? Lei manca di rispetto alla banca più prestigiosa d’Italia, una delle più grosse d’Europa».
«Ecchissenefrega» rispondo prontamente, visto che non aspettavo altro.
«Signor Belpoggio, La invito ad uscire immediatamente da questo uff…» sta per dire, ma lo interrompo subito.
«Non ci siamo capiti, Lei non è in grado di darmi ordini, ho le prove che ha spostato dei fondi neri all’estero» rilancio con rabbia.
«Lei deve essere impazzito, non so di cosa sta parlando» cerca di replicare.
«Ah, sì? Davvero? Peccato che non è riuscito a pulire per bene la sua casella di posta elettronica, perché ci sono tracce evidenti di spostamenti di ingenti somme verso le Isole Sverzega dove, come Lei ben sa, le leggi fiscali sono morbide, molto morbide».
Gli vedo cambiare espressione, comincia a sudare.
«No, non è possibile» mormora.
«Invece sì, è stato tanto avido da non crearsi scrupoli, danneggiando migliaia di famiglie e intere aziende!».
«Lei mi vuole rovinare» dice con un filo di voce.
«Per me sarebbe facile» rispondo ridendo.
«Ma, allora, che cosa vuole da me, Belpoggio?».
«Con effetto immediato, Le chiedo di ripristinare immediatamente le linee di credito e il conto anticipi fatture, raddoppiando gli importi, altrimenti Lei e i Suoi amichetti passerete il resto dei vostri giorni in galera e noi a vedere i servizi sui telegiornali di tutta Italia che parlano delle vostre zozze bravate!».
«Va bene, provvederò personalmente».
«Un’ultima cosa» lo avverto.
«Che altro c’è?» risponde incuriosito.
«Lei è su “Scherzi a parte”, quindi può andare» dico, ridendo come un bambino.
«Andare? Ma dove?» chiede.
«Affanculo…».